martedì 22 gennaio 2013

E i bambini? Chi pensa ai bambini!?

Quando ero giovane io, nelle edicole trovavo strorie bellissime. Storie per bambinetti della mia età. Storie che mi facevano sognare di essere un eroe di quel fumetto. E se il fumetto finiva come non mi piaceva, o se il protagonista faceva delle scelte che io non condividevo, la sera, prima di addormentarmi,  fantasticavo  su come avrei reagito tal situazione, trasformandomi nel protagonista. 

Ora, se vado in edicola, non trovo nulla di quel genere di storie. Vuoto assoluto. I bimbi, una razza di umani che io amo moltissimo, pieni di fantasia, di voglia di giocare, il bambino è un architetto perfetto, ha bisogno di uno scatolone per costruirsi un castello, gli basta una matita per avere una spada, e a farne le spese è il gatto di casa che diventa magicamente un drago sputafuoco.

I bambini sono meravigliosi, ne sò qualcosa per via del mio passato  lavorativo di istruttore di nuoto, ne so qualcosa grazie ai corsi di fumetto e disegno che ho tenuto con queste affascinanti creature.

E quanto mi hanno insegnato! Mi hanno insegnato che non ci sono limiti alla fantasia, cosa che sapevo ma me ne sono dimenticato col tempo, e che ne sanno più loro di molti sceneggiatori attuali, che con le loro storie continuano a guardare la loro generazione, trentenni affamati di nostalgia dei vecchi telefilm. 

E la nuova generazione? 

E i bambini?
No, davvero vogliamo nutrirli a manga, dragonball, one piece e naruto? Davvero? Gli diamo lo stesso pane raffermo da dieci anni!?

Niemte più pirati scanzonati, niente dinosauri, niente robot? 

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